“Scàpl d’a angegn e attac a u mulin!”

Traduzione: “Smetti di lavorare al pozzo e attacca al mulino!”.

Significato:” L’asino veniva utilizzato prima per girare intorno al pozzo e poi anche intorno agli ingranaggi del mulino. Si dice così quando finisci un lavoro per inziarne uno uguale!”.

Fonte: “Cicc u figgh d Catavt u strapil”.

“Da Cannelor a vernat è for, ma ce buen s’e cunta’ notre tante ce ne sta!”

versione originale
versione apocrifa

Traduzione: “Dalla candelora (2 febbraio) l’inverno è fuori, ma se bene sai contare, un’altrettanto ce ne sta!”

Spiegazione: “Nonna Paolina diceva che arrivati al giorno della Candelora, oggi, dell’inverno eravamo fuori, l’inverno era passato, ma se vedi bene, se sai contare bene, siamo solo a metà inverno, un’altra parte deve ancora trascorrere

(Fonte: Annalisa, figghia d’ Pinuccio e Pina a figghia d’Catavt u strapil)

“Manc sempr nu sold p’ fa na’ lir!”

Traduzione: “Manca sempre un soldo per fare una lira!”.

Significato: “Manca sempre qualcosa che completi.in qualcos’altro ovvero non si riesce mai ad ottenere una cosa così come la si vorrebbe in maniera completa”.

Fonte: Laura ‘dè Treì’, figghia di Anna e Giusepp, u figgh d Catavt u strapil

“U sciucator d’ lvorij s vet d com pigghij a palett ‘man!”

Immagine dal sito grottagliesitablog.wordpress.com

Traduzione:”Il giocatore di “livoria” si vede da come prende la paletta in mano”.

Significato: “La capacità di una persona si intuisce già dal primo approccio quando ci si cimenta a qualsiasi attività”. Questo dovrebbe essere un detto specifico di Taranto perché la “livoria” era un gioco popolare che consisteva nel fare passare, con l’aiuto di una paletta, una biglia metallica attraverso un piccolo cerchio piantato a terra e, siccome ci si poteva avvicinare con più tiri allo scopo, c’era la possibilità di levare (da cui livoria) la biglia avversario.

(Fonte: Catavt, figghje ‘d Cicc e npot ‘d Catavt ‘u strapil)

“O Signuria, teng do’ stampell, trem d’u fridd, quatt’or d nott, cinq fighh a cas, sei cu’mme, sett cu’ mugghierm, o bona femmen damm nu’ cavadd ca’ agghia sce’ acchia’ u re dei re!”

Traduzione letterale: “O Signore, due stampelle ho, tremo di freddo, quattro ore di notte, cinque figli a casa, sei con me, sette con mia moglie, o buona donna dammi un cavallo che devo andare a trovare il re dei re”.

Significato: “Filastrocca con le carte”.

Fonte: Nonna Paolina a mugghier d’ Catavt u strapil.

“Pipirinnijedde”, “fiore d’anijedde”, “u chiu’ luenghe de tutte”, ” lecca piatte” e “accitte pitucchie”!

Traduzione: “Piccolino (mignolo), dove metti la fede (anulare), Il più lungo di tutti (medio), quello con cui tocchi il cibo e metti in bocca (indice), uccidi pidocchi (pollice)”.

Significato: “Filastrocca per bambini sulle dita della mano!”.

Fonte: Nonna Paolina a mugghier d’ Catavt u strapil.

“Lasse Criste p’ sce all cozze!”

Traduzione letterale: “Lascia Cristo per andare alle lumache!”.

Significato : ”Smettere di occuparsi di una cosa e passare ad un’altra”.

Si narra, che mentre era in corso una processione, si mise a piovigginare e la gente corse tutta a raccogliere lumache, abbandonando la processione.

(Fonte: Pina, figghia‘d Catavt u strapil)